Pestalozzi. Un pedagogo svizzero **IN PREPARAZIONE **
Pestalozzi: l’uomo che educò con cuore mente e mano
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«Figuratevi, bambini miei, un uomo bruttissimo, coi capelli ispidi, il viso profondamente segnato dal vaiolo e ricoperto di lentiggini, la barba pungente e in disordine, mai una cravatta… occhi che a volte si allargavano per lasciar sfuggire un lampo, a volte si chiudevano per offrirsi alla contemplazione interiore, lineamenti che talvolta esprimevano una tristezza profonda, talvolta una beatitudine piena di dolcezza; una parlata o lenta o affrettata, o tenera e melodiosa o che erompeva come una folgore: era fatto così l’uomo che chiamavamo il nostro padre Pestalozzi».
È questo l’uomo che, vestito alla bell’e meglio – come descritto da uno dei suoi allievi –, ha attraversato come una meteora la storia svizzera dal 1760 al 1827. È sempre lui ad aver conquistato una dimensione europea, grazie al suo titolo di cittadino francese e al suo inserimento nella cultura tedesca. È ancora lui che, trasportato dalle fantasticherie del suo compatriota Rousseau, ha tracciato il solco storico della pedagogia moderna.
Di lui hanno costruito l’immagine di un «grande cuore materno », ma la sua personalità, piena di asperità e modellata dalle contraddizioni, manda in frantumi questa figura confortante. Per riprendere la sua triade preferita, egli fu certamente prima di tutto un cuore dalla generosità sconfinata, ma fu anche una testa pensante in mezzo al turbine culturale provocato dal 1789, e fu in definitiva una mano che lavorava per plasmare la nuova umanità con l’unico mezzo che gli sembrava ormai praticabile: l’educazione degli uomini.
Traduzione | Christine Fornera Wuthier |
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Prefazione | Michele Ferrario |
Formato | 12.5 x 21 cm |
Pagine | 200 |
Anno Pubblicazione | 2025 |