Ritratto dei Vallesani

CHF 20.00

ISBN: 978-88-8281-174-7

Maurice Chappaz

COD: 774 Categorie: ,

Con un’intervista all’autore

Introduzione di Flavio Catenazzi
Traduzione di Alessandra Moretti

Formato 12.5×21, 184 pp.

Tolto dal suo isolamento, il Vallese ha vissuto a partire dagli anni 1950-60 una metamorfosi che ha stravolto abitudini e valori. Ritratto dei Vallesani è la “recherche” di un tempo favoloso e remoto: il tentativo di riesumare quella civiltà alpina annientata dall’avvento dell’industria e del turismo di massa. Sul filo degli aneddoti e leggende, le pagine di quest’opera ci restituiscono volti e ritratti che hanno popolato l’infanzia dell’autore. Come in una processione, neri curati in sottana sfilano accanto a loschi imprenditori, a montanari irsuti e giovani spose belle come gigli contadini. Una materia umana scabra ma densa di umori, “lavorata” sullo sfondo di una natura primitiva e selvaggia. Acre ironia e poetico lirismo si mescolano nel libro più popolare di Chappaz, che si consegna al lettore con le parole che nell’Apocalisse la voce detta al profeta: “Osservalo, studialo e sfoglialo! Questo è un libro d’ebbrezza”.

Maurice Chappaz (Losanna 1916) è una delle voci più importanti della letteratura della Svizzera romanda. Consacratosi sin da giovanissimo alla poesia, ha alternato l’attività di scrittore a quelle di viticoltore e aiuto-geometra sui cantieri della Grande-Dixence. Alla sua prima pubblicazione, Un homme qui vivait couché sur un banc (1940), hanno fatto seguito varie raccolte poetiche e numerosi articoli che testimoniano il suo impegno per la protezione della natura. Il suo affetto per il Vallese emerge nel Portrait des Valaisans en légende et en vérité (1965), opera che trova ideale seguito in Le match Valais-Judée (1968). Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnala Evangile selon Judas, del 2001.

Anno Pubblicazione 2005

Maurice Chappaz (Losanna 1916 - Martigny 2009) è uno degli autori più rilevanti della letteratura della Svizzera romanda. Poeta dal destino impervio, visse perennemente ai margini della società alla ricerca dell’assoluto nella scrittura. Noto per Les Grandes Journées de printemps (1944), si dedica negli anni successivi alla traduzione in francese delle opere di Teocrito e Virgilio. Nel 1953 scrive Testament du Haut-Rhône, un’opera leggendaria che stupisce per la travolgente bellezza del Vallese, terra alpina di umane speranze. In seguito a una profonda crisi personale, che si manifesta nelle raccolte di poesie degli anni Sessanta, troverà nella difesa dell’ambiente e del suo paese la fonte di ispirazione ideale.