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SKU: 474
Federica Spitzer
Anno
2000
ISBN
88-8281-030-5
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 NUOVA EDIZIONE 2016

 Dal Lager verso la libertà

Nota introduttiva di Sigi Feigel.
Traduzione e prefazione di Moreno Bernasconi.

Formato 12.5x21, 148 pp. con illustrazioni.


Questo libro offre una testimonianza diretta delle vicissitudini di una ebrea austriaca (nata a Vienna nel 1911, oggi residente a Lugano) deportata e sopravvissuta al Lager di Theresienstadt.
La sua rocambolesca liberazione, nel 1945, insieme con altri 1200 ebrei, costituisce una delle pagine meno note e più interessanti dell'ultimo scorcio del secondo conflitto mondiale, quando l'orrore dell'Olocausto era ormai conosciuto ma ben poco fu fatto per liberare le vittime ancora numerosissime dei Lager nazisti.
Nella prefazione al volume, Moreno Bernasconi illustra l'incredibile intreccio di contrapposti interessi, ragion di stato e (pochi) slanci ideali che fa della liberazione dei 1200 di Theresienstadt un caso emblematico della storia di quel periodo.
"Questo libro - dice Sigi Feigel nella sua nota introduttiva - rappresenta un piccolo obolo riparatore; la sua lettura ci invita a riflettere e ci conduce ad una ammissione: gli Ebrei sono sempre e soltanto le prime vittime colpite; dove bruciano gli Ebrei brucia la libertà di tutti. Perciò, in questi tempi in cui riaffiorano discriminazioni razziali e antisemitismo, bisognerebbe vivere ed agire nella consapevolezza che gli antisemiti di oggi sono gli assassini di domani".

Federica Spitzer (1911) è nata e cresciuta a Vienna, città fascinosa per la sua bellezza e la sua cultura. Nel 1942 – malgrado fosse relativamente protetta dalla sua professione – decise di seguire volontariamente i propri genitori nel campo di concentramento di Theresienstadt. Dopo due anni e mezzo di terribile prigionia fu liberata. Giunta in Svizzera, poté stabilirsi a Lugano dove visse fino alla morte, avvenuta nel 2002. Solo a distanza di cinquant’anni ha trovato la forza e il coraggio di scrivere questa straordinaria testimonianza, ora giunta alla seconda edizione. Nel 2016 la città di Lugano ha dedicato una via alla sua memoria.