Prefazione di Christian Vitta
Formato 12.5 x 21 cm, 216 pagine
Senza pretese di completezza storico-scientifica, l’autore ripercorre la sua esperienza in Gran Consiglio spiegandone il funzionamento, come pure il significato di alcune definizioni che ai «non addetti ai lavori» possono apparire di difficile comprensione. Al termine di un ventennio di presenza granconsigliare, egli ha voluto tirare le somme di un periodo significativo della sua vita. Si è soffermato sui temi discussi nel Legislativo, per poi allargare lo sguardo ad altri avvenimenti che hanno caratterizzato le cronache cantonali dello stesso periodo.
Nessuno si aspetti rivelazioni sensazionali né chissà quali segreti. Il libro intende semplicemente illustrare i meccanismi che reggono il lavoro parlamentare e, qua e là, la personalità di coloro che hanno avuto un ruolo di primo piano nella politica cantonale di questo primo scorcio di secolo. Lo fa senza nascondere le sue opinioni personali, né occultare i suoi giudizi, anche se non sempre positivi, su questo o quell’aspetto della vita pubblica ticinese.
Franco Celio è nato nel 1953 e abita ad Ambrì. Insegnante di Scuola media per quasi quarant’anni, è stato deputato al Gran Consiglio dal maggio 2000 alla primavera di quest’anno. Interessato da sempre alla vita politica, è stato attivo nelle istituzioni locali (Comune e Patriziato). È pure stato presidente dell’Alleanza patriziale ticinese e dell’Associazione dei comuni e delle regioni di montagna ticinesi (CoReTI). Appassionato di storia, ha pubblicato: Gli uomini che fecero il Ticino e Momenti di storia ticinese (La Regione Ticino, 2007, risp. 2009), Libertà e progresso. Appunti per una storia del Partito liberale-radicale ticinese (Jam, Prosito, 2011), Due maestri dell’Ottocento: Luigi Lavizzari e il Canonico Ghiringhelli (Dadò, 2014) e Lo sciopero generale del 1918: verso una Repubblica elvetica dei Soviet? (La Regione, 2018).
