Novità editoriale:ambientato nell'Emmental di fine '800 il primo poliziesco svizzero.

Nel 1908 Carl Albert Loosli, redattore del Berner Tagwacht, scrive un’introduzione al racconto di Edgar Allan Poe I delitti della Rue Morgue, prototipo della detective story, che uscirà a puntate nel quotidiano. Lo scrittore conosce bene il genere, in particolare Conan Doyle. L’inganno del diavolo si inserisce nella tradizione del poliziesco «alla svizzera», continuata con successo da Glauser e Dürrenmatt, e si può leggere come un giallo a tutti gli effetti: c’è un morto, c’è un indagato, c’è un’inchiesta, c’è un processo, c’è una sentenza. Ma di tutto questo Loosli si serve come di una lente d’ingrandimento per esplorare il sistema giudiziario bernese di fine Ottocento e tratteggiare un quadro notevole della realtà politica, sociale e culturale dell’Emmental in quell’epoca. L’inganno del diavolo è stato definito da più parti il primo romanzo poliziesco svizzero. Ma lo è, in effetti?

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